Il Progetto Giustizia Condivisa nasce dall’accordo tra il Tribunale di Perugia, la Regione Umbria, la Camera di Commercio di Perugia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia ed il Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Firenze con il Laboratorio Un Altro Modo ed ha per oggetto l’implementazione della mediazione demandata dal giudice, quale strumento alternativo di risoluzione dei conflitti, mediante l’ausilio di laureati esperti in mediazione che affiancano i giudici nell’ufficio per il processo.
Il progetto è finalizzato all’implementazione delle procedure di invio in mediazione delle parti in lite, in conformità a quanto previsto dalla disciplina vigente e in applicazione dei principi di qualità, efficacia ed efficienza delle procedure e si pone in continuità con il progetto Giustizia Semplice già avviato presso il Tribunale di Firenze nel 2018.
Il progetto è strutturato secondo le medesime linee guida di quello fiorentino, pur nel rispetto del contesto di riferimento.
L’analisi dei bisogni, secondo un approccio empirico (bottom-up approach), ha rappresentato il momento fondamentale per l’avvio della collaborazione tra gli enti portatori di interessi, ed è stata possibile grazie alla creazione di una rete di condivisione degli obiettivi del progetto e delle linee metodologiche fino alla stesura di una convenzione multilaterale tra gli enti partner.
I risultati attesi dal progetto sulla efficienza e semplificazione della Giustizia nel territorio di Perugia sono i seguenti:
- La diffusione della cultura della mediazione come collante sociale, non solo per la riattivazione di una comunicazione interrotta fra le parti del conflitto, ma anche per la generale condivisione dei valori dell’autonomia, della consapevolezza e della responsabilità;
- L’avvicinamento del cittadino alla Giustizia, perché finalmente partecipe delle modalità di risoluzione del conflitto e fiducioso dell’adeguatezza di tale Servizio rispetto alle sue esigenze;
- Il progresso delle professioni dedicate al conflitto nella odierna complessità delle relazioni interpersonali, con la valorizzazione delle competenze dell’avvocato, parte necessaria delle procedure di mediazione;
- Il cambiamento della cultura di tutti gli operatori della Giustizia con l’acquisizione di competenze più specifiche in ordine alle condizioni di mediabilità del contenzioso;
- L’attenzione agli interessi delle imprese e delle relative organizzazioni attraverso l’offerta di strumenti e percorsi che valorizzano l’efficienza imprenditoriale e salvaguardano gli investimenti impiegati;
- L’attivazione di una comunicazione efficace fra la Pubblica Amministrazione e il cittadino nella gestione del conflitto, con l’effetto, in particolare, di una conquista di fiducia da parte del secondo nei confronti della prima grazie all’ascolto ricevuto e alla gestione in comune del problema, momenti tipici della pratica di mediazione;
- La deflazione del contenzioso giudiziale, con conseguente ottemperanza al principio della ragionevole durata del processo, risposta celere alle parti in lite, riduzione dei costi della giustizia, più elevata efficienza del servizio e maggiore fiducia da parte dell’utenza;
- La diffusione della cultura delle buone pratiche condivise a livello inter-istituzionale e sociale.
L’attività sperimentale ha preso avvio nel mese di maggio 2019 ed ha visto l’affiancamento ai giudici di borsisti universitari esperti di mediazione.
I borsisti, nel rispetto del principio di riservatezza, forniscono un supporto ai giudici per lo studio della mediabilità delle liti, la redazione di una scheda del processo e di una eventuale proposta di provvedimento di mediazione.
Ogni soggetto del percorso di sperimentazione, per ciascuna fase, ha un preciso ruolo.
Gli Enti partner del Progetto formano la cosiddetta cabina di regia che ha il compito di condividere i profili di dettaglio della sperimentazione e periodicamente supervisionare le relative procedure e discuterne i risultati parziali, elaborare il report finale della fase sperimentale.
I borsisti selezionati, all’esito di un periodo di formazione funzionale all’avvio della sperimentazione, affiancano i Giudici fornendo una lettura della causa in chiave di negoziabilità e mediabilità.
Per l’espletamento di tale attività i borsisti:
- selezionano i fascicoli di causa per i quali è stata disposta un’udienza nel periodo della sperimentazione, secondo i criteri individuati;
- analizzano e valutano la mediabilità del contenzioso pendente e di quello sopravveniente presentando ai giudici motivate proposte di mediabilità o, se del caso, di conciliazione;
- elaborano per ogni fascicolo di causa una scheda del processo, contenente anche gli elementi utili ai fini di una valutazione sulla mediabilità;
- collaborano all’inserimento nel sistema informatico dei dati relativi a ciascuna causa oggetto di studio.
I Giudici, con il supporto dei borsisti, elaborano il provvedimento di invio in mediazione, e ne curano la comunicazione alle parti in udienza o con ordinanza separata e fissano l’udienza di ritorno (all’esito della mediazione) nel termine non superiore a sei mesi rispetto alla comunicazione dell’invio in mediazione. Il termine è funzionale non solo alla osservazione dei benefici del progetto, ma in particolare a dotare di efficacia l’invio. Le pregresse sperimentazioni hanno infatti evidenziato che la fissazione dell’udienza di ritorno in un termine dilatato nel tempo rispetto alla comunicazione dell’invio in mediazione (oltre 6 mesi), produce l’effetto dirimente rispetto all’effettivo adempimento all’ordine disposto.
Nel perseguire gli obiettivi del progetto, si rende quindi necessario il rispetto di tale termine da parte dei Giudici e un lavoro congiunto con gli Organismi di mediazione che, da parte loro, si impegnano a definire le procedure di mediazione demandata entro questo termine al fine di consentire un rientro delle parti in giudizio con un risultato (positivo o negativo) già raggiunto.
L’Organismo di mediazione riceve la domanda di mediazione e registra la stessa anche mediante indicazione del numero di ruolo della causa giudiziaria (nRG), del Giudice di provenienza e mediante la richiesta alle parti richiedenti di deposito del provvedimento di invio in mediazione che sarà allegato alla procedura.
Gli Organismi di mediazione si impegnano a trasmettere al coordinatore del progetto i dati relativi alle procedure di mediazione demandata con una cadenza mensile (entro il 30 di ogni mese).
Dopo il primo anno di sperimentazione, il progetto è stato rinnovato per un ulteriore anno, fino ad aprile 2021.
Il Laboratorio Unaltromodo ha elaborato il monitoraggio degli esiti dell’attività di affiancamento dei giudici del Tribunale di Perugia relativi al primo anno di sperimentazione (maggio 2019 – aprile 2020) e sta provvedendo ad elaborare il monitoraggio in itinere degli esiti del secondo anno.
Si allega il Report di Monitoraggio del progetto Giustizia Condivisa (primo anno di sperimentazione 2019/2020)